Ahhhh le fritture…croce e delizia della cucina: “croce” perché purtroppo non si possono mangiare sempre; “delizia” perché tutto ciò che è fritto è sempre più buono😋. Tuttavia, pare che le fritture non siano del tutto sconsigliate anche perché, in realtà, molti cibi mantengono intatte le loro proprietà nutritive quando sono sottoposti a cotture brevi.
Un consiglio che mi sento di darvi per un approccio giusto alla frittura è quello di utilizzare un ottimo olio di semi e di munirvi di un termometro per monitorare la temperatura che deve oscillare tra i 165 e i 190 gradi. Nel caso in cui non abbiate a disposizione il termometro, nelle note in fondo alla ricetta troverete indicato un metodo per capire se l’olio è a temperatura (anche se non sarà mai affidabile quanto il termometro😉).
Tornando alla ricetta di oggi, posso affermare con certezza che non esiste altra tipologia di cottura per il crocchè se non quella della frittura: la panatura diventa più croccante, la provola (o il fior di latte) fila a dovere, insomma la frittura è la morte sua.
In Campania il crocchè è uno dei pilastri dello street food, ma ci sono i crocchè spagnoli (las croquetas) che hanno un impasto diverso dai classici crocchè napoletani, ma sono altrettanto eccezionali e di cui spero di parlarvi presto🤤.
Questo cibo da strada ha un’origine antica e, come tale, si presta a diverse interpretazioni: c’è chi mette il salame e chi il prosciutto, chi non mette salumi e mette solo la provola o il fiordilatte, insomma ognuno ritiene che quello suo sia il crocchè originale.
Dal canto mio, quello che posso dirvi è che questi crocchè sono davvero deliziosi, quindi armatevi di termometro da cucina e cominciamo!😀